venerdì 11 settembre 2015

BLOG TOUR WITH ENDMEETING " I CADUTI DI PIETRA " DI GIUSEPPE RUSSO Terza Tappa: L' Intervista


Ho avuto il privilegio di conversare con Giuseppe Russo, e grazie al suo approccio diretto e cordiale  ho potuto  avvicinarmi allo spirito della sua ricerca storico-artistica:  basata sugli avvenimenti  raccontati da chi li ha vissuti, su immagini ed  emozioni,  e non su date e nomi altisonanti. Attraverso Giuseppe ho compreso come i fatti che hanno segnato pesantemente generazioni, famiglie, territori,  non  debbano essere  classificati come " nozioni da imparare a memoria", ma come parte integrante del nostro presente. E ho capito che se uno storico  divulga i suoi studi adottando  un metodo piacevole e un linguaggio accattivante, il fruitore  si può divertire,   arricchendosi  culturalmente e spiritualmente al contempo.
Il risultato del nostro scambio di opinioni è questa intervista, facente parte di un progetto articolato di promozione del lavoro di Giuseppe Russo; che mi auguro  contribuisca a diffondere quel  patrimonio di conoscenze ed esperienze  aventi implicazioni universali a venire, perchè esse non cadano nell' oblio.
Vi ricordo che cliccando QUI avrete tutte le informazioni relative al blog tour: il calendario delle tappe, le coordinate per l' incontro di presentazione del libro che si svolgerà a Roma il 10 ottobre,   le regole di partecipazione al contest culturale, il minibanner da stampare per ricevere una sorpresa in sede di incontro. 
E ora, godetevi questa stimolante conversazione, informale ma pregna di contenuto!  

TAPPA N. 3: INTERVISTA ALL' AUTORE
   


Innanzitutto, per poterci relazionare correttamente allo spirito della tua ricerca,   vorrei che ci parlassi un po’ di te, del tuo percorso personale e in particolare del tuo  approccio alla storia e all’ arte .
Beh il mio percorso personale verso arte e storia è piuttosto "popolare". La Reggia di Caserta, con il suo immenso parco, appena fatto visitare ad una mia amica americana, è stata la mia mamma culturale. Pensa che ho imparato a camminare alla Flora, ovvero dentro i fantastici giardini adagiati sul lato della facciata del palazzo reale (oggi purtroppo chiusi). Non puoi non assorbire il bello, la natura e l'arte se vivi all'ombra di un tale monumento. Per la storia, già spinto dalla necessità di capire il luogo in cui normalmente passavo il mio tempo da ragazzo spensierato, sono stato catapultato negli eventi tragici delle guerre mondiali dai racconti di famiglia. E qui c'è una grossissima differenza che oggi guida il mio concetto di "riappropriazione della storia": i racconti che ascoltavo erano quelli di componenti più  o meno intimi della mia famiglia, tutte persone normalissime. Il nonno materno e la sua guerra, lo zio paterno morto di polmonite sotto le armi, mia madre che dovendo evitare i tedeschi fu quasi soffocata da mia nonna quando si ruppe il piede durante i rastrellamenti, non potendo permettersi di urlare per il dolore, o i racconti di mio padre uscito sotto i bombardamenti a Catania perché affamato e stufo di aspettare qualche iniziativa di mio nonno. Ma la grossa differenza, cui ho accennato prima, è che in quei racconti non si parlava di grandi strategie mondiali, né di altisonanti nomi di generali, assassini o liberatori. In quei racconti si parlava di persone comuni, di omicidi piccoli e grandi, di violenze carnali alle donne, di case requisite e di monumenti abbattuti. Si parlava il linguaggio della storia vera, quella che non annoia ma fa riflettere. Mi scusino i lettori, ma altro che
fantasy o saghe, e quando sento persone molto intelligenti che ancora tirano fuori la frase tipo "non è proprio il mio genere", allora si che non riesco a capire. Anche io amo la fantascienza, ad esempio, e guarda caso le storie inventate riguardano sempre gli stessi "temi" di una guerra che abbiamo subito realmente. E' tanto strano leggere di battaglie, lotte di potere, o di civili rastrellati dai tedeschi piuttosto che di Mordor o dall'Impero di Dart Vader ? Siamo davvero sicuri che stiamo facendo la scelta giusta e non abbiamo grossi pregiudizi anche leggendo il testo, e magari arronziamo perché "tanto non è il nostro genere" ?
Anche se parli di storia non sei affatto  un “topo da biblioteca”  immerso in una realtà parallela,  al contrario nella vita di tutti i giorni una persona attiva e “sociale” : in che modo questo tuo modo di essere si riflette sul tuo lavoro? 
Si riflette in maniera riflessivo, empatico e comunicativo. Alle volte mi fermo a pensare agli eventi che viviamo oggi, ad esempio le tragedie della guerra in Siria, o la caduta di storici dittatori come Hussein, o ancora l'abbattimento delle Torri a New York, e provo ad immaginare cosa leggeranno e comprenderanno i figli di mia figlia. L'essere immerso nella normalità dei problemi quotidiani mi permette di comprendere che tutti gli attori del nostro passato avevano vite normali. Erano madri, figli, padri, lavoratori, volevano magari solo tornare a casa e stare bene, e invece hanno subito la peggiore delle tragedie: la stupidità umana. E' esattamente la stessa cosa che accade ogni giorno in altre parti del pianeta, mentre noi siamo tranquillamente seduti a guardare le News, e quasi assopiti ci lasciamo scorrere davanti agli occhi le tragedie di un bambino morto sulla spiaggia. Poteva essere mia figlia. Questo penso nella mia normalità, e  quando guardo le foto della seconda guerra mondiale, e scorgo la luce del terrore e della pena negli occhi dei soldati dell'epoca, e ancor più in quelli dei civili, e osservo cosa accadde alle piazze, alle chiese, ai nostri palazzi storici e anche a stadi e ritrovi popolari, beh allora riesco ad immaginare il dolore di chi oggi si trova negli stessi orrori. Cosa posso fare io per onorare, indipendentemente dall'ideologia delle parti in causa, il volto umano di tutti quegli esseri che forse inconsapevolmente combatterono senza capirne la ragione ? Beh, posso raccontare la loro storia affinché le nuove generazioni siano in grado di evitare la discesa all'inferno, quel decadimento di valori e idee che arriva sempre prima di ogni guerra. Forse stiamo nuovamente perdendo la bussola, e guarda caso a scuola si eliminano materie come l'arte e la storia dai percorsi di studio. Fatevi i vostri calcoli. Ci conviene? Non sono un genio, nemmeno uno scrittore, anzi forse faccio pena, ma so che ho il dovere di raccontare la storia in modo semplice nel tentativo di recuperare un pizzico di interesse con episodi reali e vicini alla gente comune. Le presentazioni mi danno ragione. La gente deve solo essere stimolata, e ci vuole ancor meno per l'intelletto dei ragazzi. Io ci provo, nonostante i "non è proprio il mio genere". Forse sono solo un Don Quijote de la Mancha. Aiutatemi, non ne ho bisogno io per vedere pochi libri che non mi renderanno certo ricco. Ne abbiamo bisogno tutti, come società.

Quali sono le motivazioni che spingono un uomo giovane e integrato nella realtà quotidiana a riflettere sul passato e a volerne trasmettere il ricordo?
Scusatemi, ho risposto già sopra ! Ahahah.

A chi si rivolge principalmente il tuo lavoro? Qual è il tuo obiettivo principale? 
All'inizio ho navigato a vista. Poi delle persone davvero speciali, incontrate durante le prime presentazioni, hanno introdotto il mio libro come "seminario" in diverse scuole medie e superiori. Beh ho capito che, oltre al normale target di lettori adulti, devo operare come "ambasciatore della storia" per i ragazzi. La più grande soddisfazione è stata la voglia, l'attenzione e l'interesse di ragazzi che addirittura ancora non avevano studiato quel periodo storico.
Gli episodi normali che racconto ne I CADUTI DI PIETRA, come la perdita dell'unico stadio di proprietà del Calcio Napoli, hanno immediatamente "avvicinato" i ragazzi alla dimensione della storia. Vorrei che i giovani e gli adulti si sforzassero di leggere qualche libro di storia più leggero come il mio, e si sforzassero anche di superare i pregiudizi recuperando un interesse che ritengo sia solo "insabbiato" nelle nostre voglie. Siamo abituati troppo alla finzione e agli effetti speciali, e quando si inizia a leggere un libro di storia si pensa "non è proprio il mio genere". Ripeto, ne siamo sicuri o siamo solo troppo abituati ad un pregiudizio commerciale? Io proverei diversi testi e soprattutto a leggerli in maniera più empatica e non frettolosa. Sta a vedere che la storia è interessante come Harry Potter, e che le storie d'amore e di eroismo si trovano anche nei saggi storici ? Provateci !

I caduti di pietra sono la testimonianza della storia, dell’estetica di un popolo, di vite vissute, spezzate, di gioia e di dolore . Trovi che il termine  “beni culturali”   definisca al meglio questo concetto, o ne limiti la valenza ? 
Il termine beni culturali è più votato all'economia e allo sfruttamento dei nostri tesori. Anche questa visione amministrativa della nostra cultura è pericolosa e fuorviante. Io non la preferisco. Io vorrei fosse ripristinato il giusto termine di PATRIMONIO ARTISTICO. Il vecchio termine, patrimonio, racchiude in sé tutta la bellezza di un'eredità lasciata dal passato, e non si limita al solo valore economico indicato con il termine moderno di beni culturali. Qui dobbiamo far passare che sfruttare economicamente il patrimonio, con le dovute cautele, è ottimo anche per diffondere la cultura e vincere il degrado, ma non si può ridurre  un'eredità millenaria alla stregua di un telefonino da venderci con bella pubblicità. Per me una piazza, una chiesa, un bar storico, un lungomare, uno stadio, una reggia, rappresentano un patrimonio e la mia tradizione. Non svendiamo l'anima al diavolo.


Durante la Seconda Guerra Mondiale la Campania è stata martirizzata, saccheggiata , devastata su più fronti. Qual è secondo te l’ atteggiamento generalmente adottato al giorno d’ oggi nel parlarne? Ritieni che venga data la giusta rilevanza ai fatti accaduti?  
I fatti sono completamente dimenticati. Rilevanza ? Con persone che continuano a dire "non è proprio il mio genere" ? Sia chiaro che non le condanno. La colpa è di chi per mestiere diffonde la cultura storica. Se lo si fa principalmente in modo "pomposo, autoreferenziale e narciso", ovvero si scrivono testi di 600 pagine con paroloni da enciclopedia della lingua italiana, presentando sempre le visioni maniacali dello scontro tra attuali ideologie politiche e ritorni di fiamma per il passato politico italiano, è ovvio che i giovani scappano e sono solo abituati al genere fantasy o rosa. Ma come, siamo nell'era di twitter dove in 140 caratteri si deve comprimere un concetto, e questi continuano a scrivere 600 pagine sul perché il comunismo, o perché il fascismo o il nazismo ? La storia è fatta di episodi accaduti alla vicina, alla piazza del paese, alla chiesa madre o all'ospedale con dottori impegnati ad operare per strada sotto le bombe. In 220 pagine ho raccontato una storia vicina agli italiani, addirittura inserendo accenni al periodo storico e alle leggi che hanno tentato di tutelare il nostro patrimonio culturale. Il lettore deve poter leggere velocemente in modo da soddisfare le proprie curiosità e non annoiarsi. Siamo nel 2015 e in mano abbiamo telefoni che sono computers, e qualcuno ancora si meraviglia che i libroni di 600 pagine allontanino dalla storia.

Abbiamo capito che il tuo approccio alla storia non è “ classico” o pedante. Come ti relazioni invece con l’ atteggiamento contrario, quello di   film  come “Monuments Men”, ovvero con la spettacolarizzazione? 
Per certi versi è un male necessario. Diversi lettori iniziano a sviluppare la giusta curiosità su argomenti storici grazie al cinema. Alcuni film, poi, come quello che hai nominato di Clooney, sono basati su solide basi letterarie. Proprio Monuments Men è basato sui testi del grande ricercatore statunitense Robert Edsel. Certo la spettacolarizzazione distorce sempre la realtà, creando dei falsi miti in talune occasioni, ma meglio fare troppo che non fare nulla. Spero solo che i registi si avvalgano sempre più di storici per la sceneggiatura, e non si basino solo su spezzoni di informazione letti qui e là sulla rete.

Il messaggio sulla deturpazione storica e culturale è quanto mai attuale. Qual è il concetto più importante che  vuoi trasmettere alle generazioni che verranno?  
Vorrei diffondere curiosità. Dove c'è curiosità c'è critica, e quindi voglia di conoscere e migliorare. Nessuno si sogna di accettare passivamente la distruzione della propria casa. Vorrei che gli Italiani tornassero a pensare ai monumenti come casa propria, e quindi ad incuriosirsi e scoprirne la storia.  Una volta aperta la porta della cultura il gioco è fatto.  Le nuove generazioni saranno i custodi del futuro di questo passato che noi stiamo talmente trascurando da non conoscere nemmeno qualche piccola curiosità storica. Quanti di voi collegano il Calcio Napoli alla Seconda guerra mondiale? O i facoltosi proprietari del noto Caffè Gambrinus alla Villa Comunale di Napoli e alla scomparsa di un chiosco storico ? Quanti di voi sanno che nascevano neonati nel sottosuolo e che si tentò di cucinare con l'acqua di mare ? Qualcuno sa che la Basilica di Santa Chiara bruciò per giorni tanto da trasformare le sculture in polvere ? E avete mai sentito parlare degli orti di guerra ? Cioè di coltivazioni sparse anche nelle aiuole cittadine di tutte le città italiane ? Incuriositevi alla vostra storia, perché ogni cosa che fate oggi lo dovete ad azioni iniziate ieri. E smettiamola anche con la stupida e speculativa abitudine di differenziare i testi tra "locali" e "generali". Qualcuno mi ha detto "il tuo è un testo di storia locale", ma l'ho freddato subito e ha cambiato idea. Quando gli ho fatto presente che nel testo, grazie alla ricerca seria che ho fatto, ho dimostrato che la Campania si ritrovò nello scomodo ruolo di "tragico esempio per terrorizzare il resto del Paese", beh il tizio ha cambiato idea e ha poi scoperto che avevo ragione. Secondo voi le tragedie accadute nel nord della penisola non mi riguardano ? E se la mia regione fu martellata tremendamente per far crollare "il sistema nervoso" di tutto il resto degli italiani è un problema solo dei napoletani ? Ma lo sapete che da Bologna si sono interessati al mio lavoro ? E che studiano la guerra in Campania come faccio io ? Continuiamo ad andare avanti per pregiudizi. Per favore svegliamoci, e non facciamo passare mode errate che servono solo agli speculatori della cultura e del libro.

La Scheda del Libro

   GIUSEPPE RUSSO  
 I CADUTI DI PIETRA 
 Storia di una regione in cui cadde 
anche la cultura 



Collana:   Campania 1940 - 1943 
Genere:   Saggio storico 
Editore:   Photocity Edizioni 
Data pubblicazione:   24/03/2015  
Numero di pagine:   224 
Formato:   Cartaceo - A breve anche in formato E-book. 
Prezzo:   12,50€ 

Sinossi:   
Il 10 giugno del 1940 l'Italia fascista entrava in guerra, persuasa da un'illusione storica e da calcoli politico-militari totalmente errati. A Napoli, diventata uno strategico trampolino di lancio verso il Mediterraneo, la guerra portò enormi disastri, inghiottendo non solo più di ventimila civili innocenti, ma danneggiando e devastando per sempre una grande fetta del patrimonio storico, artistico e culturale della città. La stessa sorte, seppur in misura minore rispetto alle tragedie della problematica città partenopea, toccò ad altre zone della regione. Numerosi centri furono prima bombardati dagli angloamericani, poi colpiti dai nazisti in ritirata, e successivamente usati e violentati dall'occupazione degli Alleati. Questi ultimi, inizialmente definiti "liberatori", alla fine agirono ugualmente come un esercito d'occupazione feroce e non meno odioso del nemico in ritirata. Gli anni della guerra, in Campania, furono tre volte più devastanti che nel resto d'Italia. Non caddero solo militari e civili. Caddero anche le pietre angolari della nostra cultura.  

L' Autore 
Giuseppe Russo, classe '72, amante della storia e delle tradizioni locali italiane ed europee, tecnico informatico, web master, scrittore di testi tecnici e dottore in scienze del turismo per i beni culturali cum laude (Master in Culture Ambientali in corso), si dedica da anni alla ricerca storica sulle deturpazioni culturali subite durante i periodi bellici del '900. Proprio a seguito di questa passione, termina il percorso universitario con una tesi che oggi rappresenta la base fondante del suo progetto personale: il recupero dei beni culturali e delle tradizioni locali perse o deturpate durante la Seconda Guerra Mondiale. Impegnato da tempo nel sociale, ha in corso progetti legati alla tutela dell'infanzia che stanno per concretizzarsi in una collana di favole che permetterà, attraverso la completa donazione dei proventi, la messa in sicurezza di istituti scolastici e strutture di accoglienza per bambini. La sua filosofia è semplice: ricordare il passato per costruire un futuro migliore. Su questo motto continua giornalmente ad impegnarsi per contribuire culturalmente, e anche come volontario di diverse associazioni nazionali, alla rinascita del territorio e dei beni culturali italiani. 

Dove acquistare:
Sito ufficiale editore ( http://bit.ly/1Iu6Cx5
Pagina punti vendita/librerie ( http://bit.ly/1zUjE5X )  

Contatti
Twitter @cadutidipietra    
Mail dell' Autore:   giuseppe.russo@icadutidipietra.it 

Sito ufficiale 
Sul sito ufficiale potrete trovare bellissime immagini, leggere alcuni  estratti  dal libro e approfondire   il progetto culturale di cui fa parte I caduti di pietra. 

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