martedì 10 ottobre 2017

LA METÀ CHE HO LASCIATO Mònica Carrillo Recensione

Uno non sa mai quale sarà il volo della sua vita.
Si parla un sacco di treni, che passano solo una volta e tu devi prendere al volo, perché non si fermeranno più così vicini. Però nessuno parla degli aerei, che vanno contro natura, ti prendono e ti portano a diecimila metri dal suolo. Un mostro gigante che ti ricorda che puoi raggiungere i tuoi obiettivi. Sto volando, pensi. E a volte ti fa provare la fragilità assoluta. Perché quel mostro non ti considera. O meglio, non gli importa niente di te.



NORD
LA METÀ CHE HO LASCIATO 
Mònica Carrillo



Traduzione a cura di Patrizia Spinato e Giorgia Di Tolle

Casa editrice: Nord
Collana: Narrativa
Genere: Narrativa
Pagine: 306
Prezzo: 16.60€
Ebook: 8.99€




Trama


Un attimo di distrazione, una frenata brusca, poi il buio. Malena non sa cosa sia successo, però è consapevole che quell'incidente potrebbe far calare il sipario sulla sua breve esistenza. In bilico sull'orlo dell'abisso, Malena ripensa alle scelte che l'hanno condotta fin lì, agli amici che l'hanno sorretta o delusa durante il cammino, e a Mario, la persona che più di tutte ha forgiato il suo destino. Perché Mario era il suo mondo, mentre lui la considerava solo un'avventura. Malena si era illusa che, col tempo, lui sarebbe cambiato. Ma, ora che il suo tempo forse sta per finire, Malena ricorda i messaggi senza risposta, le parole non dette, i baci negati, i gesti scostanti e i lunghi silenzi. E si rende conto che, per seguire lui, stava sacrificando la sua vita. È quindi arrivato il momento di voltare pagina, di affrontare la verità con coraggio, d'imparare ad amare senza paura e senza rimpianti, soprattutto se stessa. Se il destino vorrà darle una seconda occasione, Malena sarà pronta ad assaporare fino in fondo ogni gioia che il futuro avrà da offrire…



Col suo stile delicato, intenso e poetico, Mónica Carrillo dà vita a una storia in cui s'intrecciano i fili dell'amicizia e della perdita, della gioia e della speranza, mostrandoci come siano i rapporti che forgiamo e l'amore che riceviamo a dare senso alla nostra vita. 




Opinione di Sybil



La metà che ho lasciato è un romanzo che non ha bisogno di tante parole per essere descritto. Semplice come la sua struttura e profondo come il suo contenuto, sa perfettamente dove colpire e con quale mezzo, lasciando il lettore in balìa di emozioni potenti e devastanti. Uno scorrere di pagine veloce e oserei dire pure violento, inteso non nel senso di immagini macabre, ma di sentimenti così veri da diventare destabilizzanti. Avete capito a cosa mi riferisco? Al doppio gioco della vita, a quel dare e perdere, a quel ricevere e lasciar correre, allo sbagliare e al rendersene conto, al non cadere e al pentirsi di non aver provato a saltare. La metà che ho lasciato è il grido silenzioso di una ragazza con tanti conti in sospeso, animata dalla comune illusione di aver tempo per trovare coraggio. A parlare è Malena, una giovane donna in punto di morte. In realtà non parla veramente, il suo corpo non risponde più, i suoi occhi non riescono più a vedere ma la sua mente…è tutta un’altra storia. Malena è vagamente consapevole di essere rimasta vittima di un incidente stradale, sente delle voci intorno a lei, ma non riesce in alcun modo a comunicare con loro. Si rassegna così a fare i conti con il suo io più profondo, ricordando momenti importanti della sua vita, giorni in cui avrebbe potuto cambiare strada, accettare di soffrire oppure correre il rischio e dire basta. Sin dalle prime pagine si capisce che il dialogo è più rivolto a se stessa che agli altri, anche se in fondo non è altro che un modo per dire addio alle persone che le sono sempre state vicino, nel bene e nel male. Immaginate un romanzo incentrato solo e unicamente sull’addio, che poi lentamente si ingigantisce racchiudendo al suo interno ogni più piccola sfumatura del saluto eterno, quello definitivo e irrevocabile, il tutto nascosto dalla genuinità dei sentimenti di una giovane donna. Detto così può sembrare uno strumento di tortura, in realtà è un’esperienza intima e segreta, il bisbigliare silenzioso di un'anima che ancora non se ne vuole andare. Quello che ho apprezzato di più nella narrazione è la scelta dell’autrice di inserire la voce fuoricampo di un personaggio insolito: la cagnolina di Malena. In alcuni capitoli è proprio Mia la cagnetta a prendere voce. Morta molti anni prima, dall’aldilà cerca di dare conforto alla sua padrona, ricordandole a modo suo quanto la vita sia speciale, spingendola a trovare la forza per continuare. La voce di Mia è riuscita a stemperare momenti estremamente drammatici, facendo sorridere il lettore con le sue bizzarre descrizioni delle cose che “noi essere viventi” siamo soliti fare. Grazie a queste semplici divagazioni, che poi in fondo tanto semplici non sono, l’autrice è riuscita a creare una bolla d’aria agrodolce nella narrazione, nascondendo sotto il dolore il gioioso messaggio della vita. Altro dettaglio degno di nota è il saper snodare la narrazione in modo del tutto analogo ai ragionamenti della mente, ossia in un susseguirsi di pensieri e ricordi, privati in parte degli schemi rigidi del linguaggio. Sembra davvero di essere dentro la mente di Malena.

Sinceramente la cosa che ho amato di più in questo romanzo è la sua schiettezza, nata soprattutto dalla consapevolezza della protagonista di avere i minuti contati e forse di non poter mai assaporare un ipotetico domani. È per questo che arriva dritto al cuore e ti investe, portandoti giù e poi di nuovo su, senza darti tregua, pagina dopo pagina. 
Consiglio questo libro ad ogni tipo di lettore, senza distinzioni. È intenso, travolgente, passionale e poetico. Ci fa piangere e poi sorridere, disperare e poi sperare…




La pioggia ha una sola direzione, come gli amanti che precipitano inesorabilmente l’uno verso l’altro come una nube che si scarica al suolo. E solo quando il sole si mostra di nuovo, magari il giorno seguente, dopo due mesi, o la stagione successiva, solo allora l’acqua evapora e torna a essere nube. Però non sarà più la stessa, né cadrà sulla stessa terra, né bagnerà lo stesso territorio. Sarà pioggia, continuerà a cadere, continuerà a essere acqua, però niente sarà più come quella volta in cui ha allagato tutto.






L'autrice 



Mònica Carrillo è nata a Elche, un paesino vicino ad Alicante, in Spagna. Dopo la laurea in giornalismo, ha iniziato a lavorare per l’EFE, una delle maggiori agenzie di stampa spagnole, per poi intraprendere una folgorante carriere nel mondo della televisione. Attualmente è presentatrice e giornalista per Antena 3. La metà che ho lasciato è il suo primo romanzo pubblicato in Italia.





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