venerdì 31 luglio 2015

L'ULTIMA VOLTA CHE TI HO DETTO ADDIO Cynthia Hand Recensione



“Le persone che amiamo non se ne vanno mai veramente” mi dice. 
“Non lo hai ancora imparato?”


HARLEQUIN MONDADORI

L’ULTIMA VOLTA CHE TI HO DETTO ADDIO 
Cynthia Hand

Traduzione a cura di Isabella Polli
Casa editrice: Harlequin Mondadori
Genere: Narrativa
Pagine: 382 
Prezzo: 14.90€
Ebook: 7.99€



Trama


Lexie Rigs è un genio della matematica tutto per lei è rigorosamente razionale, così quando inizia a percepire in casa segni della presenza del fratello - da poco scomparso - non riesce a confidarsi con nessuno.
Di certo non lo può dire a sua madre, già convinta che Tyler sia con loro. Non può raccontarlo alle amiche nerd come lei, perché la prenderebbero per pazza. Non può lasciarselo scappare nemmeno con il suo psicanalista: non vuole certo finire imbottita di farmaci.
Alla fine, lo confida alla vecchia amica e vicina di casa, Sadie, che non si scompone minimamente di fronte a quell'assurdità,e anzi la aiuta a capire che cosa potrebbe volere Tyler da lei, se davvero si trattasse di lui.
Inizia così per Lexie una sorta di viaggio nelle ultime ore del fratello, e ogni tassello del mistero che circonda la sua morte trova piano piano il suo posto. Così Lexie capisce che un fantasma non deve per forza essere vero per impedirti di andare avanti. E ora è il momento di andare avanti.



Opinione di Sybil


Ve lo dico in maniera diretta e senza preamboli, L’ultima volta che ti ho detto addio è un romanzo stupendo, intimo, ma ogni sua pagina è come un pugno nello stomaco, in quanto porta alla luce la paura più grande di ogni individuo: la perdita di una persona amata. L’autrice riesce con un’autenticità unica a ridimensionare e a rendere reale l’elaborazione del lutto quando nemmeno il cervello è in grado di rendersene conto, quando tutto il corpo va in cortocircuito e non risponde più ai comandi per colpa di una realtà troppo dura da accettare e lo fa con discrezione, senza portare il lettore a contorcersi nel divano durante la seduta di lettura. Come ben sappiamo, libri come questi, se l’autore lo desidera, possono tranquillamente ridurci in poltiglia, rimescolando situazioni al limite dello straziante, creando atmosfere distruttive. In questo caso Cynthia Hand dimostra di saper gestire un contesto estremamente tragico con un’abilità quasi chirurgica, creando un legame travolgente tra la protagonista e il lettore, ma con delicatezza, intimità. Con questo non voglio assolutamente insinuare che il suo romanzo non faccia soffrire, personalmente mi sono ritrovata ad incassare colpi ad ogni pagina, commuovendomi in maniera straziante, ma l’impronta che l’autrice da alla sua storia si lega ad una dimensione dignitosa del dolore, non lo estremizza, non lo esaspera, ti fa capire che è lì presente, che ti stringe la gola, che non ti fa vedere via d’uscita, ma che allo stesso tempo lascia entrare una luce in grado di rendere tutto più sopportabile.
Ed è qui che al concetto di perdita si avvicina quello di perdono e tutto immancabilmente cambia prospettiva. 
Lexie è un’adolescente di diciotto anni all'ultimo anno di superiori. Ha davanti a se un futuro promettente e grandi sogni, ma il suo mondo viene distrutto quando pochi giorni prima di Natale suo fratello Tyler si toglie la vita. Uno sparo, il silenzio e tutto finisce. Tyler non c’è più, non lo vedrà più alzarsi la mattina, giocare ai video game, non sentirà più la sua voce, il rumore dei suoi passi nel vialetto, non vedrà più i suoi occhi color nocciola, i suoi capelli ricci, il suo sorriso. Tyler non invecchierà mai, non avrà un futuro. Lexie e la sua famiglia piombano nel buco nero della disperazione, nella straziante condizione in cui tutte le persone che li circondano hanno quasi paura di venire contagiati dal dolore. Tante persone intorno, ma il dolore appartiene a loro soltanto. Ad aggiungersi alla sofferenza arriva pure il rimpianto, il senso di colpa. Forse Lexie avrebbe potuto fare di più per suo fratello, percepire i segnali, capire il suo comportamento per poter prevedere il suo gesto, fermarlo, salvarlo. Inizia a chiedersi cosa avrebbe potuto fare in più per lui, per evitargli di imbracciare quel fucile in una sera d’inverno e togliersi la vita. Tutti i familiari di Tyler si torturano, non si perdonano, si sentono colpevoli di averlo lasciato andare da solo, in quel garage buio e freddo, di avergli permesso di scegliere di morire piuttosto che lottare. Il non perdono interiore aggiunge ancora più buio alla prigione nella quale Lexie si trova intrappolata, costellata di ricordi condivisi con il fratello, la prima volta che lo ha visto dopo la sua nascita, il Natale, il ballo di fine anno, le vacanze in campeggio. 
Poi un giorno accade qualcosa di inspiegabile: Lexie vede il riflesso di suo fratello di fronte a lei. Si spaventa, si ripete che non è possibile, che lui non è davvero lì, in quella stanza, ma quasi di rimando le arriva alle narici il profumo della sua colonia. È come se lo spirito di Tyler fosse tornato per rimettere a posto le cose, per far trovare a tutti la pace, per rimediare almeno in parte al dolore causato. Superato il terrore iniziale, Lexie inizia ad aprire la sua mente, ammettendo che in qualche modo Tyler o chi per lui, desidera comunicarle qualcosa e lei lo segue attraverso i ricordi, la sofferenza e la paura di dovergli di nuovo dire addio.

L’ultima volta che ti ho detto addio è il viaggio interiore di una ragazza ancora molto giovane che si ritrova a fare i conti con una realtà inaccettabile, è il suo processo di purificazione dal dolore che segue un iter complicato, devastante, che non le risparmia nulla, dalla perdita della serenità al consolare una madre che si sente di non meritare più la felicità, dall'osservare giorno dopo giorno la stanza vuota del fratello, i suoi vestiti, i suoi oggetti personali, al vedere la mamma affogare il dispiacere nel valium e nel vino. È la storia di una ragazza al cui interno si è creata una voragine incolmabile, che le fa sanguinare l’anima, che non le permette di perdonarsi, perché l’unica cosa che desidera è rivedere la sua famiglia al completo, allegra intorno al tavolo della colazione e uscire con Tyler a fare un pupazzo di neve, guardando i suoi occhi profondi ancora e ancora.

Consiglio questo romanzo anche a chi ha paura di soffrire attraverso le sue pagine perché è semplicemente bellissimo e perché ci ricorda di dare importanza ad ogni istante trascorso con le persone che amiamo. 
Sono questi i momenti che hanno un valore inestimabile, unico e irripetibile, perché finiamo sempre per dimenticarcene?






L'autrice 




CYNTHIA HAND è un'autrice americana originaria dell'Idaho che dopo essersi laureata in scrittura creativa e aver insegnato per sette anni all'università Pepperdine nella California del Sud, è tornata con la famiglia nei luoghi della sua infanzia.
Da sempre ama i libri e la lettura e già la sua maestra di seconda elementare le aveva predetto che sarebbe diventata una scrittrice. 
Potete visitare il suo sito http://www.cynthiahandbooks.com e la trovate anche su facebook e twitter @CynthiaHand.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Tema delicato e difficile da affrontare e raccontare..
Sono curiosa di fare la conoscenza di questa storia e dei suoi personaggi.
Recensione davvero molto bella, complimenti. Gio

Sybil Sognandotralerighe ha detto...

Grazie per il tuo confronto Gio.
Hai ragione, il tema trattato è veramente delicato, impossibile uscirne senza soffrire. Ma l'autrice lo affronta in un modo tale da rendere tutto più sopportabile e travolgente...