giovedì 20 novembre 2014

HO LASCIATO ENTRARE LA TEMPESTA Hannah Kent Recensione

"Dicono che debbo morire. Dicono che ho sottratto il respiro agli uomini, e che adesso debbo subire la stessa sorte. E allora immagino che siamo tutti come fiammelle di candele accese, sctintillanti, tremule nell'oscurità, e poi immagino l'ululato del vento, e nel silenzio della stanza sento dei passi, passi che si avvicinano minacciosi, che vengono a soffiare su di  me e a ridurre la mia vita a un refolo di fumo grigio."

L'intensità di questo romanzo penetra l'animo umano come il ghiaccio tra le ciglia... rimanendo prigioniero dei ricordi.
Era da tanto, tantissimo tempo che non mi immergevo fisicamente in un romanzo, che non mi estraniavo totalmente dalla realtà per essere catapultata in una terra povera e inospitale, e pur tuttavia così bella e struggente da diventare una trappola mortale per chi ci visse quasi due secoli or sono. Un romanzo basato sulla triste storia di Agnes Magnúsdóttir , l'ultima donna decapitata in Islanda per aver commesso un omicidio. Hannah Kent ricostruisce non solo la triste e breve vita di questa donna accusata di molti reati, ma anche la misera esistenza di tutti gli islandesi che cercarono di sopravvivere al lunghi e gelidi inverni, alla fame, alle malattie e alla povertà. Uno spaccato di inizio ottocento che penetra nell'immaginario, come il freddo della tundra nelle ossa. Una giovane donna provata dagli eventi e dal dolore, privata dell'amore di una famiglia, alla ricerca di un posto nel mondo e nel cuore di un uomo. La sua unica colpa? Aver voluto amare ed essere corrisposta. Una delle letture più belle, tristi ma intense e indimenticabili, degli ultimi anni.
Un romanzo d'esordio che colpisce per la vividezza dei particolari, delle descrizioni e delle emozioni, un elogio alla figura femminile, al coraggio e all'amore nelle sue più intense manifestazioni.


PIEMME

"Così era la mia vita: 
immersa fino ai gomiti nel succo delle cose,
lavorando verso una dignitosa sopravvivenza".


HO LASCIATO ENTRARE LA TEMPESTA
Hannah Kent

Traduzione di:
Editore: Piemme
Collana: Narrativa
Pagine: 350
Prezzo: 17.50



Trama

Strega, seduttrice, colpevole, assassina: Agnes Magnúsdóttir è accusata di molte cose. Perché nell’Islanda dell’Ottocento – immersa nella nebbia come in mille superstizioni – lei, con la sua bellezza, il suo animo ribelle, la sua intelligenza troppo vivace, è diversa da tutte. Diversa anche per l’uomo che si è scelta: Natan Ketilsson, un uomo più vicino ai diavoli dell’inferno che agli angeli del paradiso, come mormorano nel villaggio, capace di risuscitare i morti con pozioni a base di erbe conosciute solo da lui. E ora che Natan è morto, ucciso da diciotto coltellate, il villaggio decide che la colpevole dell’efferato omicidio non può che essere lei, Agnes. La donna che lo amava. E mentre, ormai condannata, attende la morte per decapitazione, Agnes racconta la sua versione della storia alle uniche persone amiche che il destino le concede nei suoi ultimi giorni: la moglie del suo carceriere, e un giovane e inesperto confessore. E anche se la morte sarà la fine inevitabile, per Agnes la vita continua altrove: nei pensieri, nei sogni, nelle storie che ha letto, e nell’amore per Natan. Le cose che appartengono soltanto a lei, e che nessuno potrà toglierle.

Opinione di foschia75

L'idea che questo romanzo sarà trasposto per la seconda volta in film non mi meraviglia affatto, perchè le descrizioni di Hannah Kent sono davvero meritevoli di rimanere impresse su pellicola come le sue righe nell'immaginario del lettore. Un romanzo che diventa documentario, descrivendo magistralmente il clima, l'ambiente e le usanze della terra d'Islanda di quasi duecento anni fa. Quando per sopravvivere al gelido e buio inverno, i contadini e pastori bruciavano il letame nelle piccolissime baracche costruite con la torba e perciò soggette all'implacabile umidità che si riversava inesorabilmente sulla salute degli abitanti. La povertà, la fame, la superstizione agro pastorale, l'infima considerazione della donna, davano adito a dubbi, paure e dicerie che poco avevano da condividere con gli aspetti religiosi. 
Il romanzo ha inizio dalla proclamazione della condanna a morte di Agnes Magnúsdóttir, fino al suo ultimo giorno di vita. Durante questo lasso di tempo, la sua storia si presenterà al lettore sotto forma di confessione spirituale, prima con il padre confessore inviato dall'intendente reale, poi dalla donna incaricata, con tutta la famiglia, di tenerla in custodia fino al giorno dell'esecuzione, in cambio di una somma di denaro, che a quei tempi avrebbe convinto chiunque di tenere in casa un reo accusato di omicidio. Agnes è stata accusata di aver ucciso senza pietà, il suo padrone e amante Nathan Ketilsson. Verrà giustiziata secondo le leggi in vigore in quegli anni. La sua è una storia vera, Agnes è stata l'ultima donna soggetta alla pena capitale in Islanda. Grazie alle certosine ricerche della giovane Hannah Kent, la sua triste esistenza è tornata dal passato, dandoci un'immagine di Agnes intensa e struggente, il profilo di una donna dall'infanzia triste e difficile, privata di una vera famiglia, senza una figura paterna e una madre che l'abbandonò ancora piccola. Divenne così una vagabonda e poi una serva, sempre in cammino da un lavoro duro ad un altro, da una fattoria alla successiva, fino al suo arrivo a Illugastadir, la fattoria di proprietà del suo nuovo padrone e poi amante Nathan, un uomo molto carismatico e affascinante, ritenuto da molti uno stregone per le sue abilità nel campo erboristico, fatto che porterà molti, poveri e ignoranti, a considerare Agnes una strega, una donna di facili costumi, una traditrice. Non si fa fatica a capire dalla narrazione il nullo grado di istruzione della popolazione, il dilagare della superstizione, e il maschilismo che fa della donna una serva e un oggetto del desiderio e della depravazione degli uomini. Insomma ciò che colpisce di questo magistrale romanzo d'esordio, sono la ricostruzione storica, la condizione socio-culturale della popolazione e le emozioni vivide che si riverberano intensamente sul lettore. 
Agnes è giovane. vulnerabile davanti a ciò a cui inesorabilmente è destinata: la morte. Ma nonostante sia stata condannata senza potersi in alcun modo difendere, neanche con un processo equo, l'intendente reale decide di inviare un confessore che la faccia tornare sui suoi passi e pentirsi ad un passo dalla gogna. Il suo padre confessore, otterrà una confessione, attraverso i ricordi di Agnes, senza riuscire a redimerla, conoscerà tutte le sofferenze, il dolore e il senso di perdita che le hanno fatto compagnia nei suoi primi trent'anni di vita. Dal suo racconto, viene fuori il profilo di una donna forte e vulnerabile allo stesso tempo. Forte perchè indurita dai dispiaceri e dall'abbandono delle persone a lei più care, ma vulnerabile perchè vittima dell'amore in tutte le sue più intense manifestazioni. L'amore di una figlia verso una madre che non l'ha mai ricambiata, quello verso i fratellastri, e infine quello per l'unico uomo che abbia amato. Non posso dirvi di più sul suo rapporto con Nathan Ketilsson, perchè vi rovinerei l'aspettativa, perché anche su questa parte della storia ci sarebbe tanto da dire, come ci sarebbe tanto da dire sugli altri personaggi chiave presenti la notte in cui accadde ciò di cui Agnes è accusata. Qualche riga va giustamente spesa per parlarvi della famiglia che terrà sotto custodia Agnes gli ultimi mesi della sua vita. Una famiglia di pastori, povera ma unita, che suo malgrado dovrà sottostare all'ordine del'intendente reale. Margret, moglie e madre, la cui considerazione verso Agnes subirà un'evoluzione inaspettata; Jon il capofamiglia, un uomo taciturno spesso assente per via del suo lavoro, e le loro due figlie. Una convivenza forzata che porterà a galla l'animo dei componenti, le loro emozioni e i loro limiti. E infine il rapporto particolare con il suo confessore, che chiaramente cambierà entrambi. 
Questa storia è tra le più belle e struggenti che abbia letto negli ultimi anni. Un baule di emozioni, un docu-romanzo dove, panorami mozzafiato e ricostruzione storica davvero magistrale, coinvolgono totalmente il lettore, dove le emozioni dei personaggi entrano sottopelle senza riserve.
Non potete perdervi questo toccante romanzo... assolutamente no! Se poi vi dicessi che nel 2015 dovrebbe essere trasposto in film con protagonista la splendida e bravissima Jennifer Lawrence, avete un motivo in più per leggerlo.




L'autrice



Giovanissima autrice australiana (1985), ha esordito con Ho lasciato entrare la tempesta nel 2013, lasciando stupefatta la critica e incantando il pubblico dei molti paesi in cui il romanzo è stato finora tradotto. L’ispirazione per il romanzo è nata durante un periodo di studio in Islanda, dove per la prima volta ha sentito la storia di Agnes Magnúsdóttir – l’ultima donna a essere stata condannata a morte sull’isola – e se n’è innamorata. Ho lasciato entrare la tempesta ha vinto l’Indie Award, il premio dei librai indipendenti australiani, come miglior debutto dell’anno. Inoltre è stato finalista al Guardian First Book Award e al Baileys Women’s Prize.


A questo link trovate l'intervista molto interessante
do IoDonna a Hannah Kent:

http://www.iodonna.it/personaggi/interviste/2014/hannah-kent-scrittrice-5022347435.shtml


A questo link trovate immagini e un trailer del film Agnes del 1996:

IL REGALO PIU' GRANDE Jenny Hale Doppia Recensione

Immaginate di essere dentro una calda casetta, immersa in un bosco pieno di neve, nel bel mezzo di una tormenta... Un fuoco che scoppietta vivace, una leggera musica di sottofondo, magari "La Vie en Rose" di Louis Armstrong, un comodo divano e una morbida copertina, di quelle con sfondo rosso e  ometti di marzapane in rilievo. Ah, dimenticavo, manca solo un dettaglio,  che trova la sua esatta collocazione proprio lì, nelle vostre mani, ma che ben presto si accoccolerà in un'altra parte del vostro corpo, nel cuore, sedimentandosi dentro di voi lentamente, soffice e lieve come la neve che sta fioccando fuori dalla finestra... Il dettaglio in questione? Naturalmente è Il regalo più grande, il romanzo di cui oggi io è Charlotte vogliamo parlarvi...
Forse abbiamo esagerato nel creare l'atmosfera, ma non importa. Per certe storie si può anche navigare con l'immaginazione all'infinito, anzi é il dovere di noi lettori creare l'ambiente giusto per poterle vedere crescere.. Un po' come quando si mette un bel quadro dentro una splendida cornice: già sappiamo che insieme diventeranno uno spettacolo... E quindi perché non  eccedere in fantasiosi scenari, immaginando di essere in un luogo intriso di un'aura romanticamente suggestiva, solo per poter accogliere una magica storia natalizia?Benvenuti in casa Marley cari amici, la grande cena di Natale è servita!





 IL REGALO PIÙ GRANDE
Jenny Hale


 Traduzione a cura di Cristina Ingiardi
Casa editrice: Leggereditore
Genere: Romanzo contemporaneo
Pagine: 324
Ebook: 4.99 €
Prezzo: 14.00 €

Trama


Allie Richfield ama da morire il Natale, così quando viene assunta presso una dimora storica di gran lusso per occuparsi delle incombenze quotidiane e, soprattutto, organizzare le feste natalizie dei proprietari, è raggiante. Con uno stipendio da capogiro e un intero team a disposizione, quanto potrà essere difficile? Lo scoprirà quando incontrerà i Marley... Robert, il primogenito, è uno schianto, peccato sia gelido come la neve. E poi ci sono suo fratello Kip, playboy incallito, e la sorella Sloane, a dir poco instabile. Per non parlare della nonna ultranovantenne, Pippa, che trascorre le giornate brontolando a bordo del suo scooter elettrico. Con Robert che ha intenzione di vendere la proprietà, il lavoro di Allie si fa ancora più difficile: queste feste sono lultima occasione che ha per lasciare ai Marley dei ricordi felici della loro casa, e ha tutta lintenzione di regalarglieli... anche se per farlo avrà bisogno di tutta la magia del Natale!



Opinione di Charlotte


Sembra uno di quei film che la televisione trasmette solamente nel periodo dell’ Avvento e che si guardano decine volte,  con immutato piacere, conoscendo in anticipo atteggiamenti dei protagonisti, battute, finale.   Nelle prime pagine entriamo in contatto con una famiglia al femminile  e con una protagonista serena e modesta , amata dalla madre e dalla sorella ma allo stesso tempo un po’ in balia di se stessa: senza certezze, senza lavoro, senza compagno.  Una donna con il dono  di catalizzare le emozioni di chi la circonda e di  ispirare  buoni sentimenti, grazie alla sua innata sensibilità e alla sua “ mancanza di filtro” che le impedisce di tacere quando la discrezione sarebbe più appropriata  . Ben presto   Allie viene catapultata in una realtà che non si sarebbe mai immaginata di conoscere , nell’ atmosfera un po’ retro di Villa Ashford   permeata di  ricordi particolarmente dolorosi. In questa dimora immersa nel verde, gloriosa e ricca di storia,   di quelle che si immaginano quando  si leggono i libri di    Agatha Christie , la vita di Allie si intreccia indissolubilmente  con quella di una famiglia allargata in cui, serviti da un drappello di affezionati  camerieri, si trovano a convivere provvisoriamente  la nonna ultranovantenne Mrs Marley,   una donna  neo separata con due figli piccoli ma soprattutto due fratelli che sembrano un po’ la personificazione l’ uno di Roger Rabbit, l’ altro di Mr. Scrooge: Kip e Robert, interessanti e fascinosi   ognuno a modo suo, destinati a generare notevole  confusione emotiva in  Allie che si vedrà costretta a indagare nel proprio animo e in quello dei due uomini  per capirci qualcosa e per trovare il suo posto nel mondo. E così il freddo decembrino poco a poco viene lasciato fuori dalla porta della dimora , il bagaglio di sofferenza e insicurezza viene alleggerito, le corazze impenetrabili a protezione del cuore di ciascun personaggio si sgretolano. In un  percorso  lineare, prevedibile ma indubbiamente  pittoresco e coinvolgente.
Nonostante una trama spensierata e  natalizia, ne Il regalo più grande sono individuabili alcuni spunti di riflessione interessanti.  Il primo fra tutti a mio avviso è ravvisabile   nel costante confronto tra Kip e Robert, due personalità antitetiche , con  reazoni e atteggiamenti opposti nei confronti della vita e  delle tragedie che li hanno visti protagonisti: Kip è solare, divertente , un po’ spudorato e vocato al disimpegno, mentre Robert è chiuso, freddo, scontroso. E spesso si ha la sensazione che l’ autrice non se la senta di prendere le parti di uno o dell’ altro.
Nonostante le premesse  buoniste, poi, non si tratta di un libro particolarmente ironico: anzi  a volte dà l’ impressione di prendersi molto sul serio.  Ad esempio,  i drammi di ciascuno non sono fittizi: genitori separati, lutti, abbandoni, sono parte integrante della vicenda narrata e non sono difficoltà di finzione e di poco conto;  e il divario sociale tra Allie e la famiglia Marley, se pur tema accennato e non predominante , è riscontrabile  nelle occhiatacce dei domestici e nella sensazione di estraneità ad un modo dei ricchi da parte di una ragazza cresciuta in una famiglia umile,  sopraffatta da fasto, ricchezza e spreco.
Un  elemento “ moderno” che risalta nell’ ambientazione vintage  è il carattere della protagonista. Spesso agli occhi del lettore le scelte di Allie appaiono incoerenti, sbagliate, opportunistiche: io ho preferito vedere in lei la confusione, il misto di attrazione/repulsione verso un modo magico poichè sconosciuto, che ha le sue luci e le sue ombre e che nonostante la ricchezza materiale non  risparmia ai suoi membri  il lato più triste della vita; e a livello sentimentale, ho considerato credibili   la tentazione della strada più facile nonché  la difficoltà della scelta fra un legame  solido e confortevole e qualcosa di travolgente ma aleatorio.
In sostanza,  nel complesso  tutto in questo romanzo è stato per me   gradevolissimo: l’ atmosfera calda e accattivante, l’ elemento introspettivo, la prevedibilità degli eventi che si susseguono con un ritmo scorrevole ma non ansiogeno. Vi lascio all’ Unica Grande  Incognita: la scrittrice sarà stata contagiata dalla Sindrome di  Darcy  e di   Sabrina, o preferisce gli uomini solari  e giocherelloni? Lo scoprirete solo leggendo!


Opinione di Sybil

Il Natale è da sempre la ricorrenza che ha il grandioso potere di amplificare gli stati d'animo. Se si sta vivendo un periodo fantastico, allora ci sentiremo sulla luna dalla felicità, se invece si sta attraversando un momento difficile, con le feste Natalizie tutto diventerà più cupo e ingestibile. Saremo schivi, indolenti. Cercheremo semplicemente di evitarlo. A tutti i costi.
È questo che spinge Robert Marley, ricco ereditiere di un'antica famiglia, ad assumere nel periodo invernale un'amministratrice, al fine di gestire la sua enorme proprietà prima della vendita della stessa. Il suo scopo è proprio quello di trovare un acquirente in grado di acquistare la tenuta, potendosi così liberare per sempre di essa.
Il giorno del colloquio arriva una ragazza di nome Allie, sorella dell'agente immobiliare incaricato della vendita, che dopo un breve scambio di battute ottiene il posto. Il suo compito sarà quello di gestire la villa, con tutto il personale incluso ed organizzare l'ultima cena di Natale della famiglia Marley. La ragazza, felice di aver trovato un impiego, si mette subito al lavoro, desiderosa di approfondire la conoscenza del suo datore di lavoro, tanto burbero da risultare immediatamente irresistibile. È consapevole che la sua apparenza è solo uno scudo che si è costruito intorno negli anni e spinta da questa consapevolezza, cerca di capire cosa renda Robert Marley tanto insofferente e distaccato. Purtroppo per lei, l'oggetto del suo interesse non ha la minima intenzione di farsi analizzare ne tanto meno di passare le vacanze insieme alla sua strana famiglia. Se ne starà solo soletto a New York, immerso nel suo lavoro ad aspettare un'offerta per la vendita della casa. Fin qui, tutto come da copione: una villa enorme da gestire, una festa da organizzare, una famiglia che non si vuole riunire, un fratello maggiore indurito dalle esperienze della vita, una nonna arzilla e risentita che non ne vuole sapere di andarsene dalla sua tenuta, una sorella esuberante ma delusa e un fratello minore che ha tutta l'aria di essere un vero e proprio sciupa femmine dal cuore d'oro... Insomma, niente manca all'appello, ci vorrebbe solo un pizzico di quella polvere magica che viene elargita solo nei giorni antecedenti il Natale, l'ultimo rimedio per tutti quegli individui che non si vogliono arrendere all'evidenza dell'amore e continuano testardi ad affermare di non aver bisogno di una famiglia. Riuscirà Allie a trovare il rimedio per riunire queste persone separate dalla vita ma profondamente unite dal sentimento? E soprattutto, avrà la pazienza di "spogliare" Robert da tutti quegli strati di corazza che negli anni si è incollato addosso? In una casa piena di ricordi e speranza, tra corse a cavallo, chiacchierate di fronte ad un bicchiere di vino, passeggiate tra la neve, vedremo il viaggio di una famiglia che non riesce a guardare avanti e ammireremo la caparbietà di un uomo che non vuole cedere all'impulso del cuore. Chissà se la notte più magica dell'anno riuscirà a portare a termine il suo meraviglioso spettacolo e dare una lieve spintarella alla situazione...

In tutta sincerità io amo il Natale e tutte le storie che gli crescono intorno. Mentre leggevo Il regalo più grande, in cuor mio già sapevo che lo avrei adorato e che lo avrei affrontato tutto d'un fiato, senza interruzioni. I personaggi, la loro differente personalità, i loro strambi modi di rapportarsi, la loro intrinseca voglia di affetto, tutto ha contribuito a rendere magnetica la magia di questo racconto. La scrittrice stessa è riuscita a creare un'atmosfera tipica ma audacemente unica nel suo genere, una sorta di sogno da fare la vigilia di Natale, con tanto di scenari accoglienti ed emozioni dolcissime. Un mix davvero irresistibile per le inguaribili romantiche che, come me, ancora non si stancano mai del tenero lieto fine.
Personalmente amo i caratteri complicati e le personalità difficili da raggiungere come quella di Robert e ho adorato il modo in cui Allie ha cercato di farlo aprire, superando abilmente le sue resistenze. Tutte le parole pensate e non dette, i pensieri profondi mai espressi, il forte legame che li unisce senza però trovare la forza di manifestarsi, hanno contribuito ad accendere un fuoco dentro di me, un calore irraggiungibile che può essere condiviso solo con l'amore. E mi riferisco a qualsiasi tipo di amore, quello per la persona che abbiamo accanto, quello per la nostra famiglia, quello per i nostri ricordi.

Credo che oltre la sua apparenza questo romanzo possieda un potere evocativo, una forza intrinseca che lega il lettore alla storia, grazie anche alla sua ironia e alla sua delicatezza, facendolo immergere in un'atmosfera ricca di sentimenti e di ricordi.
Un'esperienza davvero bellissima e profonda allo stesso tempo, che mi ha scaldato l'anima, regalandomi una piacevole fuga alla volta di boschi innevati, ruscelli ghiacciati e tanta, tanta voglia di ricominciare ad amare.




L'autrice




JENNY HALE è l'autrice de Il Regalo Più Grande, suo romanzo d'esordio e di altri due romanzi. Quando non scrive, è un'insegnante, moglie e madre di due figli. 

RIGHE AL CINEMA Il ragazzo invisibile Leggo e vado al cinema.

Esce oggi il romanzo tratto dal nuovo film di Gabriele Salvatores, Il ragazzo invisibile, edito da Salani Editore, e nelle sale dal 18 Dicembre. E' la storia di Michele e del motivo per cui all'improvviso si ritrovi invisibile. Una storia fantastica ambientata nella vita di tutti i giorni, tra i banchi di scuola e le feste di classe.
Scritto a sei mani dagli sceneggiatori dei film di Salvatores, Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano sardo, già autori de La doppia ora, In Treatment e 1992, la nuova serie Sky.

Salvatores parla così del suo ultimo film:

"Ultimamente mi vengono a cercare storie che riguardano l'adoloscenza, quel momento di straordinario cambiamento in cui ci si sente trasparenti di fronte agli altri oppure troppo ingombranti e si vorrebbe avere il superpotere di scomparire".


DAL 20 NOVEMBRE IN LIBRERIA

SALANI EDITORE


“Ci vogliono superpoteri per superare l'adolescenza...”

IL RAGAZZO INVISIBILE
Alessandro Fabbri, 
Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo

Editore: Salani
Genere: Narrativa per ragazzi
Pagine: 306
Prezzo: 13.90
Ebook: 8,99


Trama

Michele ha tredici anni, vive in una piccola città di mare e la sua vita è un disastro. A scuola è impopolare, i suoi voti sono pessimi e Stella, la ragazza nuova che a lui piace moltissimo, nemmeno si accorge della sua esistenza. L’unico rifugio di Michele sono le avventure dei supereroi a fumetti di cui è accanito lettore, mentre le sue giornate scorrono tristi e monotone, tra i bulli della scuola che lo prendono di mira con i loro scherzi crudeli e le premure di sua madre, che per quanto si sforzi non sembra proprio riuscire a capirlo. Ma poi, un giorno, inaspettatamente, accade qualcosa di straordinario: Michele si guarda allo specchio e si scopre invisibile. La più incredibile avventura della sua vita sta per avere inizio…
Scritto dagli sceneggiatori del film-evento di Gabriele Salvatores, un romanzo avvincente, che con profondità, ironia e fantasia racconta grandezza e limiti dell’adolescenza e la magia del diventare adulti senza perdere il sogno e l’immaginazione. Una storia magica, per diventare grandi e per tornare ragazzi.


Gli autori



Alessandro Fabbri scrive il suo primo romanzo breve intitolato Mai fidarsi di un uomo che indossa un trench blue a diciotto anni e vince il premio Campiello. Nel 2000 viene pubblicato il romanzo Mosche a Hollywood dalla Minimum Fax, dal quale nel 2005 viene tratto il film per la televisione Hollywood Flies con Antonio Cupo e Bianca Guaccero.
Nel 2008 la Einaudi pubblica il romanzo horror Quell'estate di sangue e di luna scritto da Fabbri a quattro mani con Eraldo Baldini, che ottiene un buon successo editoriale rimanendo per diverse settimane fra i libri più venduti in Italia. Fabbri ha inoltre curato la sceneggiatura del film La doppia ora, presentato alla 66ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, e di alcuni episodi del 2010 della serie televisiva L'ispettore Rex.
Si chiama Ludovica Rampoldi e d’ora in poi ne sentiremo parlare spesso, perché è il nuovo amore di Stefano Accorsi. L’attore non ha mai ufficializzato la fine della relazione con Laetitia Casta, che sembra tuttavia piuttosto chiara da ormai un anno.
Nata il 23 gennaio 1979, Ludovica Rampoldi è una sceneggiatrice romana che ha già contribuito a diversi titoli, come Il gioiellino e La kryptonite nella borsa, rispettivamente con Toni Servillo e Valeria Golino. Tra i suoi prossimi progetti rientra anche la serie tv su Gomorra, ma intanto la Rampoldi si gode la neonata relazione con Accorsi.
Stefano Sardo, laureando in lettere moderne. Nel 1993 ha fondato la casa di produzioni La Stanza Produzioni, insieme a Roberto Burdese e Marco Furlan. Ha realizzato numerosi video, tra i quali ricordiamo Pallottole e zanzare (1991), Storia di una suola (1992-93, presentato alla scorsa edizione del Festival Cinema Giovani), Fiesta (1994), e aBracadabra (1993-94).
Courtesy of TFF





IL FILM

DAL 18 DICEMBRE AL CINEMA

Un film di Gabriele  Salvatores

IL RAGAZZO INVISIBILE

Titolo: Il Ragazzo Invisibile 
Regia: Gabriele Salvatores 
Sceneggiatura: Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi, Stefano Sardo 
Genere: Fantascienza 
 Data Italia: 11 dicembre 2014 
Cast: Valeria Golino, Raicho Vasilev, Vilius Tumalavicius, Fabrizio Bentivoglio 
Produzione: Indigo Film, Babe Film, Element Pictures, Rai Cinema  
Distribuzione: 01 Distribution 


IL TRAILER UFFICIALE 







IL SITO UFFICIALE DEL FILM